Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari si è riunito in maniera telematica in via straordinaria per produrre il Primo Rapporto sull’Emergenza Sanitaria. Questo contiene le criticità e le proposte legate alla pandemia COVID-19 in atto e alla conseguente
alla sospensione della didattica universitaria secondo il DPCM. 4 marzo 2020.
Riportiamo il documento fornito al Ministero dell’Università e della Ricerca e al neo Ministro Gaetano Manfredi, a cui rinnoviamo i nostri auguri per la nomina.

Il documento sul Primo Rapporto Emergenza Sanitaria è articolato in più sezioni e lo riportiamo qui in forma estesa:

L’aggravarsi dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID 19 ha portato, mercoledì 4 marzo 2020, alla sospensione della didattica in tutte le università italiane. Ciò va da un lato a peggiorare la situazione di forte stress a cui era già sottoposto il sistema universitario di Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, regioni che, data anche la presenza o la vicinanza delle ”zone rosse”, o comunque una forte presenza di conferme di contagio, avevano già visto la sospensione delle attività universitarie ed erano già state interessate dal DPCM del 1° marzo 2020 e, in precedenza dal DPCM del 25 febbraio 2020, dall’altro ad estendere questa condizione a tutte le università del territorio nazionale per un periodo di tempo che, seppur limitato dal decreto a 10 giorni, potrebbe concretamente rivelarsi più lungo.

A questo proposito, il presente rapporto, che nasce dal tavolo di confronto che il CNSU ha avuto con la Segreteria del Ministro dell’Università e della Ricerca il 4 marzo 2020, ha la finalità di individuare in modo puntuale le problematiche correlate alla sospensione della didattica che si sono verificate nelle università delle zone colpite ma anche di fare un bilancio prognostico di quelle che potrebbero verificarsi nel resto d’Italia, a cui il più recente decreto ha esteso le norme, con l’intenzione di mettere in allerta gli organi competenti e individuare al più presto delle soluzioni che possano prevenire il verificarsi di tali problematiche.

Nello specifico, il CNSU intende

Nello specifico, il CNSU intende portare avanti, di concerto con tutti gli attori della comunità accademica, l’indirizzo emerso dal tavolo sopracitato. Ovvero promuovere la messa in atto di tutti i provvedimenti necessari affinché l’attuale stato di emergenza sanitaria e le misure ad esso correlato. Queste non devono compromettere lo svolgimento della carriera universitaria degli studenti e la qualità dello stesso. Nella convinzione che l’attività dell’Università rappresenti un valore e una risorsa in termini sociali, economici e culturali. Il Sistema Paese deve impegnarsi a preservare in modo primario, anche e soprattutto in situazioni di emergenza.

1. Diritto allo Studio – Primo Rapporto Emergenza Sanitaria

1.1 – Scadenze dei requisiti di merito

Il CNSU ha segnalato all’ANDiSU la scadenza per la verbalizzazione dei criteri per la seconda rata delle borse di studio e per la conferma dell’alloggio. Questa è fissata al 28 febbraio nei bandi dell’Emilia Romagna e al 29 febbraio nel bando dell’EdiSU piemontese. Si chiede che tali termini fossero prorogati. Da questo punto di vista è stata confermata da parte dell’Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia Romagna la soluzione del problema. Si è in attesa di una risposta da parte dell’agenzia del Piemonte. Il prolungamento della sospensione nelle regioni maggiormente interessate dalla crisi e la sua estensione al resto delle regioni italiane a cui si somma la sospensione della didattica e degli esami di profitto rende concreta l’eventualità che sia compromessa la possibilità degli studenti di raggiungere tali requisiti e di conseguire i CFU necessari entro la data del 10 agosto.

Da questo punto di vista è necessaria

Da questo punto di vista è necessaria, ovunque questa eventualità si concretizzi, una proroga delle scadenze. Questa deve tenere conto del periodo di sospensione dell’attività assicurandosi, nel contempo, che ciò non pregiudichi le tempistiche di erogazione della borsa stessa evitando quindi qualunque ritardo. Riteniamo inoltre doveroso, laddove sia necessario al fine di garantire l’erogazione delle borse di studio, prevedere che si possa derogare agli ordinari criteri di merito. Tale proroga deve essere applicata anche a tutti quei benefici di Diritto allo Studio che richiedano analoghi requisiti di merito. L’attuazione di tali misure richiede un coordinamento tra Ministero, ANDiSU e CRUI soprattutto nella regione Lombardia, dove i bandi sono di competenza dei singoli atenei.

Segnaliamo inoltre il problema di quegli studenti che abbiano concluso collaborazioni della durata di 150 ore e non siano stati retribuiti. Ciò a causa della sospensione delle attività e di quegli studenti i quali, avendo completato solo parte del monte orario, vedano la propria attività interrotta. Nel primo caso è necessario che si provveda alla retribuzione del dovuto, nel secondo suggeriamo che sia data allo studente la possibilità di scegliere se interrompere il percorso e vedersi liquidate le ore svolte, oppure riprendere l’attività al termine della sospensione emergenziale.

1.2 – Servizi di Diritto allo Studio

E’ necessario inoltre sottolineare che in molte regioni, ad esempio Toscana ed Emilia Romagna, l’erogazione delle Borse di Studio avviene sotto forma di servizi diretti (prevalentemente servizio di mensa). In questi casi la sospensione di tali servizi provoca, naturalmente, una perdita economica indiretta in termini di utilità allo studente beneficiario. Si rende dunque necessario prevedere delle misure compensative che impediscano un taglio “indiretto” delle borse di studio, discriminando gli studenti delle regioni interessate.

2. Didattica – Primo Rapporto Emergenza Sanitaria

2.1 – Lezioni e tirocini curriculari

La sospensione della didattica genera, soprattutto per gli studenti fuorisede, una ovvia dilazione dei corsi universitari. Con un conseguente ritardo delle singole carriere accademiche, precarietà nel sostenere esami di profitto oltre che incertezza negli spostamenti necessari. In questo senso, nelle università delle zone maggiormente colpite e già interessate dalla sospensione, sono state sperimentate con relativo successo forme di didattica a distanza. Preso atto che nel DPCM del 4 marzo si dà indicazione di ricorrere a questa pratica ove necessario sul resto del territorio nazionale, è necessario che la CRUI e il Ministero dell’Università e della Ricerca supportino le università che per motivi economici, organizzativi o di altra natura abbiano delle difficoltà nel mettere in atto simili misure. 

Chiediamo inoltre ciò avvenga valutando un supporto di tipo economico per dotare gli atenei, ove necessario, delle infrastrutture digitali necessarie. L’impossibilità di accertare la reale frequenza delle lezioni a distanza da parte degli studenti, dovrebbe far propendere gli atenei a riconoscere “d’ufficio” tale frequenza. Si rende inoltre necessaria un’accurata sorveglianza da parte degli atenei volta a tutelare la qualità della didattica. Spetta, a nostro avviso, agli atenei garantire che gli insegnamenti impartiti a distanza mantengano livelli non inferiori, in termini di qualità, rispetto alle lezioni tradizionali; sono già stati segnalati casi in cui l’insegnamento si è ridotto al semplice upload di slides o testi.

Il Decreto del 4 marzo intima

Il Decreto del 4 marzo intima, inoltre la sospensione dei tirocini curriculari, escludendo quelli di area medica. Questi tirocini prevedono una valutazione e sono obbligatori per la progressione della carriera universitaria. È necessario quindi che siano previste, laddove l’interruzione pregiudichi il conseguimento di CFU con finalità di Diritto allo Studio o come requisito di altri bandi universitari (150 ore, erasmus, premialità di varia natura ecc), delle proroghe adeguate, oltre alla possibilità di svolgere successivamente tali tirocini in un tempo ragionevole che consenta di non compromettere la carriera universitaria. Lo stesso decreto manca di chiarezza in riferimento alle attività di tirocinio, sia curricolari che extracurriculari, che si svolgono all’esterno delle strutture universitarie. La cosa ha già causato diversi problemi legati all’incertezza dello svolgimento delle attività. È dunque necessario un intervento chiarificatore da parte del Ministero.

2.2 Esami di profitto

Per la stessa ragione del punto precedente, è necessario prevedere appelli straordinari nel corso del semestre per gli atenei dove alcuni esami sono saltati. In merito a questo il Ministero, nell’ambito del tavolo di confronto, ha risposto positivamente nel dare comunicazione agli atenei. Questi dovranno però autonomamente decidere se e come recuperare gli appelli persi. L’indicazione del Ministero ha inoltre suggerito l’utilizzo di sistemi telematici nonostante le evidenti difficoltà per studenti e docenti. Si richiede dunque che non sia esclusa la possibilità di effettuare gli esami di profitto in presenza di candidato e commissione, ove questo sia consentito dal rispetto delle norme igieniche di cui al DPCM del 4 marzo. Ci sembra inoltre particolare urgente segnalare l’esigenza di garantire gli esami di profitto soprattutto per gli studenti in procinto di laurearsi.

2.3 – Sessioni di Laurea

Si segnala, in particolar modo nelle regioni colpite, il rinvio delle sessioni di laurea di marzo che potrebbe compromettere la possibilità dei laureandi di partecipare a concorsi pubblici e qualsiasi bando che richieda il titolo di laurea triennale o specialistica come requisito. Le parti presenti al tavolo hanno richiesto che le sessioni di laurea in programma vengano svolte a porte chiuse, alla presenza del laureando, della commissione di laurea e di almeno due di testimoni (numero minimo consentito dalla legge), evitando assembramenti e in conformità con le disposizioni del già citato DPCM, preferendo questa soluzione alla discussione e proclamazione online. A questo riguardo manca, ad oggi un’indicazione precisa a livello ministeriale.

Tuttavia alcune università hanno già iniziato a mettere a punto sistemi telematici per le lauree. Segnaliamo inoltre i problemi derivanti dall’anticipazione, in alcuni Atenei, della sessione di laurea dei corsi di laurea in infermieristica. In particolare la preoccupazione di quegli studenti che non potendo, oppure non volendo sostenere la discussione anticipatamente rischiano di vedersi superati nelle graduatorie del pubblico impiego da colleghi che hanno beneficiato della sessione anticipata. In questo senso sarebbe utile, considerando che il principale fattore di tale scelta è la paura che il titolo così conseguito venga considerato di minore qualità, una linea guida del Ministero che smentisca tale preoccupazione.

3. Abilitazione medica – Primo Rapporto Emergenza Sanitaria

La carenza cronica di medici specialisti e la riduzione delle piante organiche del SSN vede in questo periodo di emergenza sanitaria la propria più evidente manifestazione. All’aumentata richiesta di assistenza ai cittadini fa eco la ulteriore riduzione del personale sanitario disponibile a causa di malattia e quarantena preventiva. Talune Regioni e Aziende Ospedaliere stanno richiamando in servizio medici pensionati o procedendo con piani di assunzioni urgenti.

In questo scenario però, la prima sessione utile di abilitazione alla professione medica è stata posticipata dal 28 febbraio al 7 aprile 2020. Ciò comporta che fino a tale data non sarà possibile per moltissimi laureati in Medicina esercitare la professione e che, per gli idonei ammessi ai Corsi Regionali di Medicina Generale 2019-2022, alla luce dell’art.24 comma 2 del DL Covid-19 del 28.2.2020, è impedito di svolgere gli incarichi di cui all’art.19, comma 11 della Legge 448\200, nè partecipare all’assegnazione degli incarichi convenzionali ai sensi dell’art.9 del DL 135\2018.

Segnaliamo pertanto la necessità di non posticipare ulteriormente la data di tale sessione di abilitazione alla professione medica, iniziando già a programmare le modalità dello svolgimento della prova. Proponiamo di individuare almeno una sede per provincia italiana, in modo da evitare il sovraffollamento delle aule di svolgimento delle prove, gli eccessivi spostamenti dei candidati dalla propria sede di residenza e la tutela della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro come previsto dall’art 1, comma 1 del DPCM del 4.3.2020.

Chiediamo inoltre

Inoltre chiediamo che sia garantita la possibilità di iscrizione alla successiva sessione di abilitazione (prevista per il 7 luglio). Questo anche dopo lo svolgimento della sessione prevista per il 7 aprile, al fine di tutelare gli esaminandi che per ragioni personali e sanitarie non potessero partecipare.

Chiediamo che al fine di assicurare il maggior numero di medici abilitati nel minor tempo possibile, gli studenti che dovessero laurearsi entro il 6 aprile possano partecipare all’esame di abilitazione fissato per il 7 aprile. Ciò a condizione che abbiano già svolto i tirocini pratici valutativi e che abbiano presentato domanda per la sessione del 7 luglio 2020.

In ottemperanza a quanto già approvato dal CNSU nella seduta del 13 novembre 2019, si richiede la programmazione di una terza sessione di abilitazione per il 2020. Ciò come peraltro già previsto dal DM 58/2018, nel mese di novembre al fine di tutelare i laureati della sessione autunnale.

4. Misure di supporto economico per gli studenti residenti nelle c.d. “zone rosse” e di supporto a studenti con condizioni di particolare vulnerabilità – Primo Rapporto Emergenza Sanitaria

Riteniamo necessario l’esonero totale dalla tassazione universitaria per l’anno accademico 2019/2020 per gli studenti delle zone rosse individuate ora e successivamente all’invio di questo rapporto, senza che questo gravi sul bilancio degli atenei. Si pone anche con forza il problema di tutti quegli studenti immunodepressi, a stretto contatto con terze persone immunodepresse, degli studenti all’estero il cui rientro sia impossibilitato dall’attuale emergenza, in stato di quarantena, residenti in zone rosse e del dare tutela alle esigenze e problematiche specifiche che questi possano presentare. Anche a questo fine ci sembra opportuno richiedere una maggiore tempestività e precisione nella comunicazione dei provvedimenti adottati.

5. Fornitura dei DPI agli studenti, specializzandi e dottorandi di area medica-sanitaria – Primo Rapporto Emergenza Sanitaria

Si richiede nel Primo Rapporto Emergenza Sanitaria che siano invitati tutti i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione delle strutture universitarie e ospedaliere ove si svolgono i corsi per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e dei dottorandi di area medica che forniscano assistenza, nonché le attività delle scuole di formazione attivate presso i ministeri dell’interno e della difesa, a fornire anche agli studenti, specializzandi e dottorandi i DPI secondo le appropriate misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (cfr. DPCM del 4.3.2020);

6. Conclusioni

In generale sembra più opportuno chiedere che siano prorogate tutte le scadenze collegate al conseguimento di CFU, ove la sospensione pregiudichi la possibilità degli studenti di accumulare per tempo i crediti necessari, come principale misura per prevenire l’interruzione o il ritardo delle carriere degli studenti o la partecipazione a prove di selezione o di preselezione.

Nella gestione dell’intera emergenza a livello universitario ci sentiamo di sottolineare la difficoltà di coordinamento tra Ministero, Regioni e Atenei. Chiediamo quindi, a nome della comunità studentesca, a tutti gli attori a livello sia nazionale che locale, una presa di responsabilità e un maggiore livello di condivisione dei provvedimenti messi in campo. Ciò per fronteggiare l’attuale momento di crisi e soprattutto nella diffusione di informazioni, chiare, precise e tempestive al corpo studentesco. Inoltre per limitare i disagi, soprattutto per quanto riguarda studenti fuori sede ed internazionali che hanno la necessità di programmare per tempo il rientro nel proprio ateneo.

Anche per questo ribadiamo la volontà e la disponibilità del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari a cooperare per rispondere a tutte le problematiche. È a disposizione di tutti i soggetti interessati a livello nazionale e locale, dei rappresentanti degli studenti, come riferimento per informazione e comunicazione. Nel seguire una situazione che è ancora in divenire e che richiede l’impegno e la collaborazione dell’intera comunità accademica italiana.

Unilab Svoltastudenti

Carlo Giovani – Matteo Giugovaz

Comments are closed